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Riforma dello sport e contrasto alla violenza di genere

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    Excellentia11
  • 27 mar 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Entro il 31 agosto 2023 (sulla base di quanto disposto dall’art. 16 del decreto legislativo n. 39/2021), le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva (di seguito Organismi Sportivi) — sentito il parere del CONI — dovranno redigere le Linee Guida per la predisposizione dei Modelli Organizzativi e di Controllo dell'attività sportiva e dei codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione prevista dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 — Codice delle pari opportunità — o per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale.


La questione, ad avviso della scrivente, è alquanto delicata, dal momento che gli Organismi Sportivi dovranno prontamente fronteggiare le disposizioni di cui sopra, anche in virtù dell’entrata in vigore (a fasi) della Riforma dello Sport.


Di certo “le sportive”, nel giro di ulteriori 12 mesi (a decorrere dal 31/08/2023), dovranno adeguarsi alla normativa di riferimento. Elemento dirimente è che l’articolo 16, relativo al Decreto di riferimento, prevede che tutte le “Sportive” che si sono già dotate di un modello organizzativo, ai sensi del decreto legislativo n. 231/2001, dovranno integrarlo ed aggiornarlo con quanto disposto dal nuovo decreto di riferimento. A tal proposito, è bene ricordare che il decreto legislativo n. 231/2001 ha caratterizzato una particolare forma di responsabilità amministrativa degli Enti (la stessa responsabilità viene applicata indistintamente sia alle ASD che alle SSD), in dipendenza di determinati reati commessi da propri amministratori, dirigenti, dipendenti o terzi mandatari qualora realizzati nell'interesse o a vantaggio dell'impresa stessa. Ciò significa che l'ente può essere chiamato a rispondere di taluni reati commessi a suo profitto o vantaggio dai dirigenti o dalle persone sottoposte alla loro vigilanza.


Dunque, appare di chiara prospettiva che, da ora in poi, con l’inquadramento di “lavoratore sportivo”, previsto dal decreto legislativo n. 36/2021, per ogni forma di prestazione lavorativa dietro corrispettivo, sarà, sicuramente, applicabile la forma di responsabilità amministrativa in capo alla “sportiva” a meno che la stessa abbia adottato un modello organizzativo idoneo a prevenire reati della stessa fattispecie di quello commesso dal proprio sottoposto. In tal caso, se l’esecuzione del reato si è verificato per inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza che devono essere adottati dall’ente medesimo, la “sportiva” verrà ritenuta responsabile.


Sempre l’art. 16 del decreto in questione, prevede che la mancata adozione, da parte delle “Sportive”, dei modelli organizzativi su menzionati, sarà sanzionabile, dall’Organismo Sportivo di riferimento. Quest’ultimo, all’interno delle proprie Linee Guida, avrà previsto specifiche sanzioni in capo ai tesserati in caso di violazioni al Codice delle pari opportunità e/o di condanna in via definitiva per reati contro i minori (600-bis e seguenti del c.p.). Inoltre, viene previsto che per i reati suddetti, gli enti potranno costituirsi parte civile nei relativi processi.


Si può concludere asserendo che, quanto predisposto dal Decreto Semplificazione, vuole offrire una guida precisa ed efficace al fine di contrastare ogni forma di molestia, violenza di genere e ogni altra condizione di discriminazione.


L’adesione alle Linee Guida di cui sopra implica, dunque, che tutti i soggetti interagenti con il mondo sportivo debbano aver piena consapevolezza circa l’importanza di una corretta condotta etica garantendo un ambiente sicuro e propositivo, durante l’espletamento di un’attività sportiva.


Avv. Stefania Pensa


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Tag: riforma dello sport, violenza di genere sport, donne e sport tra discriminazioni culturali e normative, la parità di genere nello sport, riforma dello sport asd, federazioni sportive nazionali, sport e pari opportunità, disuguaglianza nello sport.


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